
MARKETING E INTELLIGENZA ARTIFICIALE: COME USARLA PER IL TUO BUSINESS?
L’Intelligenza Artificiale ha invaso il settore del marketing e della comunicazione. Ovunque ti giri, trovi qualcuno che usa AI per scrivere post, creare immagini, gestire canali social. E allora viene spontanea la domanda: serve ancora un professionista o possiamo delegare tutto alle macchine? Questa è una domanda lecita (e diciamolo, un po’ da romanzo di Asimov, per il momento), ma la risposta è breve: no, non basta l’AI, ma ignorarla sarebbe un errore.
L’AI non sostituisce la strategia, non capisce il tuo tono di voce, non conosce il tuo pubblico. Non ti aiuta a posizionarti meglio, né a distinguerti. Quello che fa, però, è rendere alcuni processi più veloci ed efficienti. E se usata nel modo giusto, può diventare uno strumento utile per chi si occupa di comunicazione e contenuti.
Quindi, come possiamo usarla senza cadere nel tranello del “basta premere un tasto e il lavoro è fatto”?
Vediamolo insieme.
L’AI per creare contenuti: opportunità e limiti
Ci sono due modi di considerare l’AI quando parliamo di creazione di contenuti:
- Il primo è pensare che faccia tutto da sola. Basta chiedere un articolo, un post o una caption, et voilà, il contenuto è pronto. Peccato che il risultato sia spesso generico, piatto, senz’anima. Un testo come tantissimi altri senza quella cosuccia che rende il tuo prodotto o servizio riconoscibile tra mille: il tono di voce.
- Il secondo è capire che l’AI è uno strumento, non un sostituto. Qualcosa che velocizza la fase di brainstorming, aiuta a riformulare idee, suggerisce spunti. Ma il lavoro di strategia, posizionamento e fine-tuning resta nelle mani di chi conosce davvero la comunicazione.
E qui sta la vera differenza tra chi usa l’AI con metodo e chi pensa di poter automatizzare tutto senza ragionare. Perché è facile riempire un blog con testi generati in serie. Ma fare in modo che quei contenuti abbiano un senso per il tuo brand e parlino veramente al tuo pubblico è un altro discorso.
Scrivere con l’AI: cosa funziona davvero
L’AI può essere utile per molte fasi della creazione di contenuti, ma solo se affiancata da una visione strategica. Ecco dove può fare davvero la differenza:
1. Brainstorming e sviluppo idee
YES – Hai presente quando devi scrivere un post ma non sai da dove partire? O quando un cliente dice “fai tu” e ti ritrovi con il vuoto cosmico? L’AI può aiutare a superare il blocco creativo, suggerendo spunti, titoli, angolazioni nuove.
BUT – L’AI suggerisce, tu selezioni e sviluppi. Non tutto quello che propone è utile o pertinente per il tuo brand.
2. Ottimizzazione e miglioramento testi
YES – L’AI può aiutarti a riformulare un paragrafo poco scorrevole, sintetizzare un concetto o migliorare il tono di un testo. Utile per affinare copy, evitare ripetizioni, dare più fluidità.
BUT – Non lasciarti tentare dalle riscritture automatiche che eliminano completamente la tua voce; anzi, quando ottieni un testo, fai in modo che assuma proprio il tuo modo di scrivere e comunicare.
3. Creazione immagini e visual per i contenuti
YES – Le immagini generate con l’AI possono essere un supporto per post social, blog e siti web. Va da sé che non possono sostituire un grafico e tantomeno un designer che costruisce la tua visual brand identity; ma quando usate con criterio, possono dare piccolo aiuto alla tua comunicazione.
BUT – L’AI crea immagini suggestive, ma non sempre rispettano le linee guida di un brand. Senza dire che la qualità finale spesso è deludente. Devo proprio farlo l’esempio delle modelle con sette dita?
AI sì, ma con metodo: perché la strategia resta essenziale
L’errore più grande che puoi fare è pensare che l’AI possa sostituire una strategia di comunicazione. Creare contenuti senza direzione, senza un posizionamento chiaro e senza una coerenza tra i vari touchpoint del brand non può portare alcun risultato.
L’AI può aiutarti a scrivere più velocemente, ma non ti dirà mai come farlo nel modo giusto per il tuo pubblico. E qui entra in gioco il lavoro di chi si occupa di comunicazione in modo professionale.
Affidarti a un esperto significa:
- garantire coerenza nel tono di voce e nel messaggio;
- ottimizzare i contenuti per il tuo posizionamento, non solo per la SEO;
- evitare di creare contenuti piatti, senz’anima.
Il mio giudizio nei confronti dell’AI ad oggi è moderato: aiuta un minimo a ridurre i tempi, ma un brand va curato come un sistema vivente, che per respirare nuovo ossigeno ha bisogno di essere “alimentato” in modo corretto e in qualche modo anche coccolato. Renderlo monodimensionale non significa certo prendersene cura.
Inoltre, per il momento non vedo scenari apocalittici o rivoluzioni drammatiche nel ruolo dei professionisti nel mio settore, ma solo un progresso sulla gestione della mole di lavoro, il cui obiettivo deve essere però compreso e accettato nei limiti di ciò che è in grado di offrire e non sfruttato per pigrizia causando danni irreparabili ai clienti.
Questo argomento sarà hot ancora per parecchio: cambia tutto alla velocità del suono; se però nel frattempo non vuoi sprecare il lavoro che stai facendo per te e per la tua attività, pensa bene se te la senti di affidare tutto a un algoritmo o se preferisci compilare il form in calce e chiedere aiuto a una persona vera, che potrebbe – tra l’altro – amare ciò che fai alla follia e, perché no, diventare tua cliente a sua volta!
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